LO SCATTO DEL GIORNO (1)

LO SCATTO DEL GIORNO

The falling man, di Richard Drew.

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L’uomo che cade è lo scatto di una giornata che cambierà la vita di Drew. L’11 settembre era a N.Y, per la New York Fashion Week, si  trovava più precisamente in Chambers Street, con le torri in fiamme.“The Falling Man” è stata pubblicata su molte testate del 12 settembre 2001, incluso il The New York Times, non mancarono le critiche di molti lettori che accusarono il fotografo di  usare la morte di un uomo.

«Ero a casa, la mia casa è nel centro di Manhattan, e verso le 9 ho avuto la sensazione d’un pericolo che forse non mi avrebbe toccato ma che certo mi riguardava. Sai, la sensazione che si prova alla guerra, anzi in combattimento, quando con ogni poro della pelle senti la pallottola o il razzo che arriva, e tendi le orecchie e gridi a chi ti sta accanto: «Down! Get down! Giù! Buttati giù». L’ho respinta. Non ero mica in Vietnam, mi son detta. Non ero mica in una delle tante e fottutissime guerre che sin dalla Seconda Guerra Mondiale hanno seviziato la mia vita! Ero a New York, perbacco, in un meraviglioso mattino di settembre. L’11 settembre 2001…….dalle guerre mi ritenevo vaccinata, e in sostanza lo sono. Niente mi sorprende più. Neanche quando mi arrabbio, neanche quando mi sdegno. Però alle guerre io ho sempre visto la gente che muore ammazzata. Non l’ho mai vista la gente che muore ammazzandosi, buttandosi senza paracadute dalle finestre d’un ottantesimo o novantesimo o centesimo piano. Hanno continuato a buttarsi finché, una verso le dieci, una verso le dieci e mezzo, le Torri sono crollate e… Sai, con la gente che muore ammazzata, alle guerre io ho sempre visto roba che scoppia. Che crolla perché scoppia, perché esplode a ventaglio. Le due Torri, invece, non sono crollate per questo. La prima è crollata perché è implosa, ha inghiottito sé stessa. La seconda perché s’è fusa, s’è sciolta proprio come se fosse stata un panetto di burro. E tutto è avvenuto, o m’è parso, in un silenzio di tomba…….»

Oriana Fallaci

6 pensieri su “LO SCATTO DEL GIORNO (1)

  1. Immagino quanto ci avrà guadagnato, con una foto così (ho dato una sbirciata su Google). Io non l’avrei mai scattata, sinceramente, per una questione di rispetto e di umanità.. che certi fotogiornalisti proprio non hanno (certo loro “documentano” ma per vendere). Ah, come diceva bene Gilardi…

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  2. Io la trovo angosciante! Mi chiedo se sia stato un modo per “speculare” sulla morte così tragicamente assurda di un uomo che fino a pochi minuti prima stava vivendo le sue abitudini quotidiane, come il ritmo del lavoro
    Per quanto riguarda il testo della Fallacci, io lo trovo decisamente realistico ma senza nessuna speculazione, com’era nel suo stile

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  3. Sono stato proprio due giorni fa a vedere il Memorial Museum del 9/11…
    e vedere molte foto di queste persone che si buttavano disperate, per il calore insopportabile, è stata la cosa più angosciante, tra le tante testimonianze che si vedono e si ascoltano in quel luogo…
    Per il fotografo, io non lo biasimo… se sei un professionista o un’amatore, ti viene naturale scattare.
    Non è solo speculazione, E’ testimoniare la storia. Pure io probabilmente non l’avrei fatta o non l’avrei data in pasto ai giornali, ma non siamo tutti così, purtroppo o per fortuna.
    Max

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      • Beh questa tua spiegazuone mi piace. Allora se la vogliamo prendere come foto… e quindi in termini di opera d’arte…. credo he sia uno spettacolo sconvolgente… un’essere umano nel vuoto.. dinanzi ad un maestoso ed enorme grattacielo…. come volesse sfidare la natura… una sorta di supereroe.. nell’infinito vuoto. Bella bella… e fa anche un po’stile anni ’70!. Questo è quello che penso della foto.

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